Pensavo ancora a quel fruscìo.
Il fruscìo che senti quando sei immersa nel silenzio della stanza e con gli occhi chiusi attendi.
Poi eccola.
Lei, la corda, è ruvida e preme sulla pelle come le unghie di una mano che non vuole lasciarti andare.
La senti scorrere in superficie come se non avesse una fine, piano… Poi veloce, ti scalda, ti brucia.
Sinuosa si muove sul tuo corpo cercando nuovi anfratti in cui immergersi, e si annoda.
Ti stringe tra le sue spire cercando di contenere la tua anima prima del tuo corpo.
Ti senti costretta in quel corpo che non è più il tuo, ti senti legare anche dentro, il cuore e i pensieri.
Ora sì, sei davvero libera.
sì, un modo perfetto per liberare ciò che si ha dentro costringendo ciò che è fuori, e l’attesa è fors eil momento più sublime
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sublime, esatto. 🙂
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assolutamente sublime 😉
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Io dico sempre: “In un corpo legato vedo un’anima libera”, quindi non posso che apprezzare il tuo post 🙂
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Grazie 🙂 Si entra in un universo parallelo in cui ci si sente nel posto giusto al momento giusto. Anche se è un’atmosfera difficile da creare, quando si instaura quel “legame” (in tutti i sensi) si vorrebbe non finisse mai… Grazie della visita.
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E’ sempre interessante il conflitto apparentemente contradittorio presente nel BDSM: libertà in antitesi a prigionia eppure elemento ad essa comune, schiavitù e Dominazione (chi ha effettivamente il vero Dominio tra la sub che si mostra nuda e si offre ed il Master che si ripara attraverso lo schermo della Propria autorità?).
In questo tuo post, JellyCandy, ve ne è un tangibile esempio.
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Grazie.
Sto latitando, lo so 😦
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Pure Io. E sono allergico ai latitaccini.
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L’italiano è inadeguato: la corda dovrebbe essere un sostantivo maschile!
ciao
ml
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Oh conosco anche corde femminili 🙂
Grazie del passaggio.
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